Sono intervenuti Gianni Melotto, frutticoltore bio storico, Gaetano Mirandola di Antico Molino Rosso, Damiano Fermo di Bioloc e Francesco Tortella (Arte Alimentare).
Ha coordinato Tiziano Quaini di Aveprobi Associazione Veneta dei Produttori Biologici e Biodinamici.
Quaini ha aperto l'incontro fornendo un po' di dati sul biologico: “più di cinquanta mila sono gli agricoltori biologici italiani, 1 milione 300 mila sono invece gli ettari di terreno certificati dalla Sicilia alla Val d'Aosta. – ha affermato l'esperto - Ci sono grandi interessi dietro all'agricoltura convenzionale, che è terreno ideale per i tentacoli delle multinazionali sul territorio.
Il biologico ha delle enormi potenzialità. Per capirlo basta osservare i dati sulle vendite in questi ultimi anni di crisi. Non sono calate, anzi.
Le persone, infatti, quando capiscono l'importanza di nutrirsi in maniera sana, non tornano più indietro e sposano un determinato stile di vita.
Anche i medici (soprattutto l' Associazione ISDE) sono diventati i maggiori alleati di questo metodo di coltivazione naturale, senza pesticidi.”
Quaini quindi ha introdotto il primo ospite, Gaetano Mirandola, titolare di Antico Molino Rosso.
Mirandola ha introdotto la sua attività di azienda bio-dedicata, dal 1993 operante nel veronese, suggerendo ai giovani che intendono passare alla terra di dedicarsi al biologico.
Antico Molino Rosso lavora con sette diverse varietà di cereali e recupera anche varietà di grani antiche.
Per Mirandola la scelta del biologico è stata quindi una questione consapevolezza.
Dagli esempi che ha riportato, sui prodotti convenzionali (frutta, verdura, farine, ...) la percentuale di residui da pesticidi è molto elevata.
Nel biologico invece non è consentito nessun residuo chimico.
“L'agricoltura biologica – ha sostenuto Mirandola – è molto seria. I controlli ci sono e sono ferrei. Gli stessi distributori fanno analisi multi-residuali sui prodotti che arrivano dagli agricoltori e dai conferitori che non conoscono bene. Questo per tutelarsi ulteriormente in caso di controlli”.
Ha proseguito il dibattito Gianni Melotto, frutticoltore, che è intervenuto sul significato della certificazione e dei controlli, anche come forma di autocontrollo.
“Noi agricoltori chiediamo che l'ente certificatore sia pubblico, oggi gli enti certificatori in Italia sono una quindicina.
Anche noi facciamo analisi e controlli incrociati per tutelarci maggiormente.
A volte possono capitare scandali, per questo vogliamo evitare che qualcosa sfugga al controllo e, per evitare problemi di immagine, ci auto-tuteliamo.
Non è facile essere un produttore del biologico, c'è una diminuzione della quantità di produzione, ma per raggiungere uno standard maggiore di qualità”.
È intervenuto, poi, Damiano Fermo, presentando la sua attività, Bioloc, che offre un servizio di consegna a domicilio di prodotti alimentari biologici in cassetta, con l'intento di unire direttamente i piccoli produttori e i consumatori.
La motivazione personale per il suo lavoro è stata la necessità di “coniugare l'attività lavorativa con l'educazione alimentare e civica”.
“Quindi - ha continuato Fermo - sono partito da lì per creare un modello che, informatizzato, potesse gestire una rete, replicabile (ora infatti sta partendo su Brescia), di produttori e di consumatori del biologico locale.
Al momento Bioloc gestisce una trentina di punti di raccolta e di vendita.
Il cliente tipo è per l'80% costituito da giovani coppie (35-40 anni) con bimbi piccoli, per il 90% da donne.”
Infine, ha chiuso l'incontro Francesco Tortella, presentando il suo progetto di pasticceria bio vegana.
La sua difficoltà è stata quella di reperire determinati prodotti biologici. Così ha commentato sul punto:
“Non è facile trovare grandi quantitativi di marmellate, yoghurt biologici, perché chi li confeziona li produce solitamente monodose.”
I suoi prodotti al momento non sono ancora sul mercato.
Anche per Tortella i controlli sul biologico sono ferrei e costosi, ma ne vale la pena, si viene ripagati dal risultato. Ovviamente bisogna crederci.
Quaini ha quindi concluso ricordando che i contributi del PSR al biologico sono uno strumento molto importante che deve essere sfruttato bene dalle aziende che vogliono convertirsi.
I prodotti possono costare, ma fidarsi del produttore può essere il primo passo importante da fare, quindi comperare direttamente da lui (anche riferendosi al proprio GAS di zona), abbattendo tutti i costi di filiera, è sicuramente un grandissimo vantaggio per il consumatore attento.