Come ormai risulta evidente da alcuni anni, sono in atto significativi cambiamenti climatici che alternano periodi estremamente piovosi ed altri particolarmente siccitosi, in entrambi i casi però ne conseguono gravi emergenze che coinvolgono la società, le attività economiche e l'ambiente.
Lo scenario che si è delineato negli ultimi mesi del 2015 (autunno-inverno) e che sta proseguendo anche nel 2016 risulta essere molto preoccupante per la stagione agricola alle porte:
- consistente riduzione delle precipitazioni, addirittura nulle in alcune zone;
- scarse precipitazioni nevose sull'arco alpino;
- laghi alpini con volumi invasati ben al di sotto delle medie stagionali;
- falde con livelli scesi sotto i minimi storici degli ultimi vent'anni che sarà comunque difficile ricaricare con le piogge primaverili.
Infatti, mentre il 2014 è stato l'anno più piovoso degli ultimi 20 anni, il 2015 è risultato essere invece il meno piovoso in assoluto dal 1993, con riduzioni consistenti delle precipitazioni soprattutto nei mesi autunno-invernali, proprio quando l'acqua dovrebbe essere più abbondante e consentire il riempimento dei serbatoi montani e la ricarica delle falde.
E' quindi facile capire che il permanere di queste condizioni, si tradurrà in una forte crisi idrica per il periodo estivo che esaspererà ancora di più i conflitti connessi ai diversi usi dell'acqua, con riduzioni "obbligate" per tutti i settori, agricoltura compresa, con ripercussioni negative sia sulla quantità che sulla qualità delle produzioni e perdite economiche gravissime di tutto il comparto agricolo e delle filiere ad esso connesse.
La Produzione lorda vendibile del Veneto, stimabile in circa 5,5 miliardi di euro, di fronte allo scenario meteoclimatico degli ultimi mesi che quasi certamente porterà ad un'annata siccitosa, potrebbe arrivare a perdere anche il 20-30% del prodotto, con un danno per l'economia veneta di 1,5 miliardi di euro, senza considerare le ripercussioni negative sia sulle filiere che dal punto di vista occupazionale.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sono poi aggravati dalle criticità territoriali dell'infrastrutturazione irrigua.
In Veneto c'è una zona pedemontana e di alta pianura di 200.000 ettari con irrigazione strutturata ed un'area di 400.000 ettari di media-bassa pianura con irrigazione di soccorso che necessita di essere infrastrutturata ed efficientata, per rispondere alle esigenze di un'agricoltura sempre più moderna e specializzata ma anche sottoposta a pesanti critiche perchè considerata tra le principali responsabili dello "spreco" di acqua.
Secondo l'ANBI, la razionalizzazione dell'uso dell'acqua in agricoltura, in risposta anche a quanto richiesto dall'Europa con la Direttiva 2000/60, può avvenire, solo ed esclusivamente, attraverso due azioni complementari: strutturazione delle aziende agricole integrata all'ammodernamento e alla realizzazione di adeguate opere irrigue di tipo consortile.
Infatti, senza l'azione di distribuzione e coordinamento svolta dai Consorzi di bonifica, unici gestori della rete irrigua, difficilmente si potrebbero conseguire quelle produzioni agricole, anche di pregio, che permettono al Veneto di raggiungere importanti primati sia a livelo interno sia sui mercati esteri.
Quello che occorre ed è necessario, secondo l'Unione Regionale, sono investimenti certi per:
- ammodernare ed ampliare l'irrigazione strutturata;
- creare nuove infrastrutture, soprattutto nelle aree di soccorso;
- realizzare, non solo, grandi bacini di accumulo ma anche piccoli invasi interaziendali che, insieme, in un sistema coordinato possano creare una rete efficiente di raccolta e stoccaggio delle acque nei periodi più piovosi e permetterne il riutilizzo in quelli siccitosi;
- contrastare la risalita del cuneo salino, in particolare nei territori deltizi.
I Consorzi di bonifica hanno una progettualità irrigua costituita da 186 grandi progetti, per un ammontare complessivo di circa 1,3 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri 140 interventi "minori" e a scala locale per un impegno complessivo di altri 61 milioni di euro.
La realtà però è che, ad oggi, in Veneto, tutti questi interventi sono difficilmente realizzabili a causa della mancanza di adeguati finanziamenti.
Nel corso dell'incontro è stato ricordato che le uniche opere realizzate negli ultimi anni sono state finanziate, esclusivamente, dal precedente Piano Irriguo Nazionale (P.I.N.) mentre, per il futuro, non esiste alcuna certezza in merito alla possibilità di poter accedere al nuovo Piano Operativo Nazionale (P.O.N. Irriguo), anche per l'esiguità delle risorse messe a disposizione per tutto il territorio nazionale.
Inoltre i Consorzi di bonifica, in Veneto, sono stati esclusi sia dalle passate Programmazioni che dalla attuale (PSR 2014-2020).
Quindi, se da un lato gli eventi meteorici stanno diventando sempre più estremi, dall'altro si avverte fortemente l'esigenza di avere politiche e programmazioni in grado di far fronte a tali emergenze attraverso un Piano di interventi coordinati sul territorio.
In altre parole, è stato proposta la realizzazione di un PIANO REGIONALE PER L'IRRIGAZIONE che risponda all'esigenza di pianificare gli interventi di infrastrutturazione irrigua, abbia l'obiettivo di razionalizzare gli investimenti a seconda delle diverse aree agricole venete e possa affrontare inoltre in maniera organica la problematica del rinnovo delle concessioni irrigue.
Come per la gestione del rischio idrogeologico, che ha visto la costituzione della Cabina di Regia "Italia Sicura", con la stretta collaborazione dei Consorzi di bonifica come braccio operativo, così per le problematiche riguardanti la disponibilità della risorsa idrica e la siccità dovrebbe nascere un coordinamento istituzionale che, partendo dal livello nazionale, diventi operativo su scala regionale.
Visto lo scenario, pertanto, l'ANBI chiede alla Regione Veneto, l'istituzione di un Tavolo permanente, in seno all'Assessorato all'Agricoltura, a cui siedano le Associazioni Agricole, che rappresentano gli interessi del settore, i Consorzi di bonifica come gestori dell'irrigazione e la Regione del Veneto, per l'individuazione di strategie, interventi e finanziamenti necessari a rendere più efficiente l'uso dell'acqua in agricoltura.