Sull’autostrada del Brennero continua il presidio della Coldiretti in difesa del made in Italy, iniziato ieri lunedì 7 settembre.
L’organizzazione ha annunciato l’arrivo di altri manifestanti e nella giornata di oggi la protesta si allargherà “dal latte alla carne, fino all’ortofrutta”.
Gli agricoltori, circa duemila, giunti anche dalle regioni del sud, hanno fermato e controllato decine di tir provenienti da oltre confine trovando partite di latte e carne importate da altri Paesi e destinate ad aziende di trasformazione italiane.
In realtà nulla di illegale perché, almeno per ora, non ci sono leggi che vietano ciò, ma i carabinieri del Nas hanno messo i sigilli a un camion che trasportava carne con etichetta non indelebile.
Una campagna, quella di Coldiretti, che ha coinvolto anche i social network: su twitter la campagna di mobilitazione è stata lanciata tramite l'hashtag #bastaschifezze.
Secondo Coldiretti, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio indicarlo in etichetta.
“In Italia le 35mila stalle sopravvissute hanno prodotto nel 2014 circa 110 milioni di quintali latte – commenta Coldiretti – mentre sono 86 i milioni di quintali di latte importati. Per ogni milione di quintale di latte importato in più, perdiamo 17mila mucche e 1200 occupati in agricoltura. La situazione sta precipitando: infatti nel 2015 il prezzo riconosciuto agli allevatori non copre neppure i costi di produzione e spinge verso la chiusura gli allevamenti”.
Il secondo lato negativo è l'impatto sulla sicurezza alimentare. “Nell'ultimo anno abbiamo superato il milioni di quintali di cosiddette cagliate importate dall'estero, che ora rappresentano circa 10 milioni di quintali, che rappresentano circa 10 milioni di quintali equivalenti al 10% dell'intera produzione italiana. Si tratta di prelavorati industriali che vengono soprattutto dall'Est Europa e consentono di produrre mozzarelle e formaggi di bassa qualità”.
“La situazione rischia davvero di aggravarsi – denuncia Coldiretti – la Commissione Europea ha chiesto all'Italia di porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari previsto storicamente dalla legge nazionale. Una vera e propria lettera di diffida, sollecitata dall'Assolatte, alla quale l'Italia dovrà rispondere entro il 29 settembre per evitare il rischio di una procedura di infrazione e il via libera ai formaggi senza latte ottenuti con la polvere. Gli industriali che premono in Europa per fare il formaggio senza latte sono peraltro gli stessi che sottopagano il latte italiano e fanno chiudere le stalle”.
“Gli italiani in questo modo pagano un prezzo molto elevato per i formaggi e il latte fresco – attacca Coldiretti – mentre agli allevatori si riduce la remunerazione senza tener conto della qualità del latte italiano. Lo dimostra il fatto che il prezzo del latte fresco moltiplica più di quattro volte dalla stalla allo scaffale con un ricarico del 329 %, cresciuto nell'ultimo anno per il taglio del 20% nel compenso riconosciuto agli allevatori”.
Il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, ha annunciato che oggi sarà al Brennero per incontrare i manifestanti della Coldiretti in presidio.
La foto a corredo dell'approfondimento fa parte dell'archivio rainews.it