Nel corso della conferenza è stata evidenziata l'importanza dell'affitto in agricoltura.
Secondo i dati Istat 2013, la superficie agricola in affitto utilizzata a livello nazionale è di oltre 5,2 milioni di ettari pari al 42,1% della Sau totale.
Interessante il fatto che la Sau in affitto in tredici anni sia cresciuta del 70%, dai 3 milioni di ettari del 2000 agli attuali 5,2 milioni di ettari.
L’affitto pertanto si conferma essere lo strumento più duttile per rendere disponibile la terra alle aziende agricole.
In alcune Regioni di Italia, i dati sull’affitto assumono una valenza ancora maggiore rispetto alla media nazionale.
In Lombardia, ad esempio, la Sau in affitto rappresenta il 65% di quella totale regionale; in Piemonte la superficie in affitto è pari a circa il 62%.
In queste due Regioni dove la Sau in affitto è ampiamente superiore a quella della proprietà, la dimensione media aziendale è: in Lombardia di circa 19 ettari e in Piemonte pari a 16 ettari; a livello nazionale la dimensione media è invece di 8,4 ettari.
E' stato evidenziato come questo strumento renda possibile, a chi non è in grado di effettuare grandi investimenti, di intraprendere un'attività agricola, ad esempio i giovani ed incentivare quindi il ricambio generazionale.
Dopo una breve presentazione del presidente della Federazione Giuseppe Visconti, l’incontro è entrato nel vivo con la relazione di Thierry de l’Escaille, segretario generale dell’Organizzazione europea della Proprietà Fondiaria, che ha tracciato una panoramica dell’affitto in agricoltura nei 28 Stati membri dell’UE.
Dall’intervento è emerso come in Europa l’affitto sia molto diffuso, permettendo così dimensioni medie aziendali molto significative.
L’importanza economica dell’affitto è stata trattata da Dario Casati, economista agrario, partendo dall’analisi dell’evoluzione strutturale nel suo percorso storico. In un contesto sempre più incerto emerge una ristrutturazione che si basa sull’affitto e che punta, oltre alla crescita dimensionale, agli incrementi di produttività e di redditività che ne derivano, i soli che possono assicurare il futuro dell’agricoltura.
Luigi Costato, professore emerito di Diritto, ha affrontato gli aspetti giuridici con un excursus sull’evoluzione dell’affitto nel nostro Paese, soffermandosi sulla legge 203/1982 relativa alle norme sui contratti agrari. Passaggio importante è stato l’articolo 45 di questa legge che permette la stipula di convenzioni di affittanza agraria in deroga alla normativa vigente.
La Legge di Stabilità 2016, con particolare riferimento agli aspetti fiscali per la proprietà concedente la terra in affitto, è stato il tema sviluppato da Nicola Caputo, fiscalista di Confagricoltura. È stato evidenziato che recenti norme fiscali hanno penalizzato maggiormente i proprietari con beni affittati discriminandoli rispetto a quelli che coltivano direttamente la terra.
Le conclusioni dei lavori sono state tratte da Mario Guidi, presidente di Confagricoltura e da Giuseppe Visconti, presidente della Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria.
Il presidente di Confagricoltura con una visione di insieme sui problemi del mondo agricolo ha evidenziato l’importanza del ruolo dei proprietari concedenti la terra in affitto.
“Per la costruzione e lo sviluppo di questo Paese - ha detto Guidi - non ci deve essere contrapposizione tra proprietari ed affittuari, anzi deve essere sviluppato il rapporto tra loro perché solo così potremmo avere delle aziende competitive che possono disporre di adeguate superfici in affitto”.
Il presidente della Federazione ha ribadito l’importanza del contratto d’affitto per la tutela del patrimonio fondiario e la competitività delle imprese. “L’affitto - ha concluso Visconti - è uno strumento per aprire la via dell’agricoltura ai giovani e per consentire alle famiglie di mantenere la proprietà, garantendo l’unitarietà della gestione senza smembrare le imprese”.