Possono fare richiesta le imprese agricole in possesso dei seguenti requisiti:
- non avere riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di lavoro e legislazione sociale e in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto;
- non essere stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative definitive per le violazioni di cui al punto precedente;
- essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.
"La lotta al caporalato è una priorità assoluta - ha dichiarato il ministro Martina - le azioni che stiamo impostando non hanno precedenti e danno il segno concreto del salto di qualità che vogliamo imprimere a questa battaglia. Il rafforzamento delle norme penali, in particolare legate alla confisca dei patrimoni, sono cruciali. Così come essenziale è l'introduzione di uno strumento d'indennizzo e sostegno alla vittime. Ricordo che lo strumento innovativo della "Rete del lavoro agricolo di qualità", operativo dal 1° settembre, vuole combattere il caporalato anche attraverso la certificazione etica delle aziende che rispettano le regole. Con questo obiettivo nel 2014 è stato inserito in Campolibero . Nel frattempo ogni giorno si intensificano i controlli sul campo, con risultati significativi, in particolare nelle aree più esposte al fenomeno".
Alla procedura si accede attraverso il sito dell'INPS.
Le aziende potranno registrarsi ed essere valutate dalla Cabina di regia della Rete, che è presieduta dall'Inps: si tratta di uno strumento operativo che per la prima volta introduce un sistema di certificazione da parte dello Stato.
“Entro 15 giorni la stessa Cabina di regia dovrà presentare il piano organico complessivo per il contrasto stabile al lavoro nero, per intensificare ancora gli sforzi. Serve l'impegno di tutti in questa battaglia, dai sindacati alle organizzazioni agricole, dall'industria alla grande distribuzione insieme alle istituzioni, per mettere alla porta chi sfrutta. Sono tanti i fronti sui quali bisogna intervenire contro questa piaga antica e inaccettabile, a partire dall'aggressione patrimoniale di chi usa i caporali, con mezzi simili a quelli che si utilizzano nel contrasto alla mafia come le confische dei beni." ha proseguito il ministro Martina.
Della Cabina di regia, presieduta dall'Inps, fanno parte le organizzazioni sindacali, le organizzazioni professionali agricole, insieme a rappresentanti dei Ministeri delle Politiche agricole, del Lavoro, dell'Economia e della Conferenza delle Regioni.
Le altre linee di intervento proposte dal governo contro il caporalato prevedono: la confisca del prodotto o del profitto del reato, oltre che delle "cose" utilizzate per la sua realizzazione; il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro; la responsabilità in solido per tutti i soggetti coinvolti, a seconda del loro grado di coinvolgimento; il diritto delle vittime di indennizzo a carico dello stato.
Tali misure saranno inserite nella proposta di legge n. 1138 recante misure per favorire l'emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata, attualmente all'esame della commissione giustizia della camera.