Il ministero ha autorizzato il 17° prodotto rameico del 2015 per fronteggiare non solo l'emergenza fitosanitaria costituita dalla Psa dell'actinidia, ma anche per mantenere un sufficiente livello di concorrenza per alleviare le difficoltà economiche degli agricoltori.
Contro il moscerino dei fruttiferi, invece, Piretrine e Cyantraniliprole si aggiungono a dimetoato, fosmet e deltametrina.
I meccanismi di azione disponibili per combattere il dittero sono quindi tre.
Poiché per gestire adeguatamente la resistenza agli insetticidi viene considerato necessario disporre di almeno quattro meccanismi d'azione diversi, è probabile che verranno aggiunte nuove soluzioni.
Sulla vite, seconda autorizzazione di emergenza di fitoregolatori, dopo il paclobutrazolo: l'acido s-abscissico è approvato in Europa da luglio dello scorso anno e probabilmente verrà autorizzato.
Il feromone contro la cocciniglia cotonosa segue quello appena autorizzato sui fruttiferi.
La revoca degli stannorganici ha lasciato un vuoto ancora incolmato nella difesa della barbabietola da zucchero.
L'autorizzazione del mancozeb e del tiofanato metile dovrebbe alleviare i problemi di natura economica che questa coltura sta ancora attraversando.
Il diserbo della cipolla, orfano del clortal dimetile sin dal 2009, non ha ancora trovato la sua dimensione e sopravvive di autorizzazioni eccezionali concesse, anche con candidati alla sostituzione.
Per quanto riguarda il mais, a disposizione due triazoli, il noto tebuconazolo (candidato alla sostituzione) e il recente protioconazolo.
Il Tar intanto condanna il ministero della Salute a pagare 1500 euro di spese legali.
Interessante la sentenza del ricorso al Tar del Lazio (Sentenza n. 9306, depositata il 10 luglio 2015) presentato da una ditta che si è vista negare un'autorizzazione eccezionale di un prodotto a base di 1,3-dicloropropene che invece è stata concessa ad altre imprese.
Il tribunale non ha accolto il ricorso della ditta esclusa, che aveva chiesto anche un risarcimento danni, in quanto nel frattempo il ministero della Salute si è attivato chiedendo all'impresa di fornire delle informazioni aggiuntive (profilo delle impurezze della sostanza attiva, dati di monitoraggio nelle acque di falda) e promettendo di “esaminarli nel più breve tempo possibile per l'eventuale rilascio dell'autorizzazione”.
Il tribunale, visto che il ministero si è mosso solamente dopo il ricorso al TAR, lo ha condannato al pagamento delle spese legali, quantificate in 1500 euro.