Tutto questo grazie alle tecnologie sviluppate dai ricercatori ENEA insieme a sei partner industriali nell’ambito del progetto triennale SAL@CQO finanziato con 3 milioni di euro dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Queste tecnologie anticontraffazione sono in grado anche di rilevare nei succhi di frutta l’aggiunta di acqua e dolcificanti non dichiarati in etichetta, nell’extravergine di oliva la presenza di olii vegetali a basso costo e nel vino un eccessivo contenuto di metanolo, attraverso una strumentazione ottica innovativa, basata su una tecnologia laser a infrarosso, che permette di garantire la qualità e la sicurezza del cibo che finisce sulle nostre tavole.
Per ora è in fase di sperimentazione ma i tecnici ENEA puntano a realizzare nel giro di poco tempo strumenti trasportabili e maneggevoli per un’analisi rapida e precisa del cibo sia nel punto vendita che nel luogo di produzione, da affidare alle istituzioni che si occupano dei controlli.
Ciò sarà possibile senza ricorrere a personale altamente specializzato.
Il team di ricercatori ENEA guarda oltre e sta già testando strumenti portatili in cui il raggio laser possa viaggiare lungo una fibra ottica o venga addirittura sostituito da un LED. Ma non esclude di creare anche sistemi miniaturizzati e app per smartphone che permettano al consumatore di fare in pochi secondi uno screening del cibo che si sta per acquistare, per sapere se è di qualità e se è stato conservato bene, rispettando ad esempio la catena del freddo come nel caso dei surgelati.
Finora la ‘tecnologia anti-frode’ dell’ENEA è stata testata su diversi prodotti alimentari come il pesce e i succhi di frutta. Nel primo caso il sistema laser ha permesso di individuare la presenza di istamina, una molecola tossica che si forma quando il pescato è vecchio o non viene conservato bene (nel 2013 ha causato migliaia di intossicazioni in tutta Europa). Nel caso dell’istamina, che riguarda principalmente tonno, sardine, sgombri e acciughe, non servono a nulla cottura, congelamento e inscatolamento e l’unica arma per difendere i consumatori è il controllo preventivo che evita che il prodotto finisca nel carrello della spesa. Nei succhi di frutta e nelle bibite light il sistema hi-tech dell’ENEA è stato in grado di rivelare e di distinguere presenza e quantità di cinque dolcificanti (fruttosio, glucosio, maltosio, aspartame e saccarosio) non dichiarati in etichetta.
Per maggiori informazioni: http://www.enea.it/it