Penrose v. Buffalo Trace Distillery, E.D. 4: 17-cv-00294-HEA, coinvolge l'etichettatura del bourbon Old Charter.
Per molti anni, l'Old Charter è stato venduto in due versioni, invecchiate rispettivamente per 8 e i 12 anni, con le etichette che, in diversi punti, mostrano in maniera estremamente visibile i numeri "8" e "12".
Secondo la denuncia, nel gennaio del 2014 l'azienda produttrice ha riformulato l'Old Charter "8" ed ha iniziato ad utilizzare per realizzarlo un bourbon di età inferiore - descritto dalla corte come "non-age-stated" o "NAS".
Le etichette, tuttavia, continuano a riportare in modo visibile il numero "8" come in precedenza.
Inoltre, mentre la vecchia etichetta dichiarava "aged 8 years" ("invecchiato di 8 anni"), l'etichetta del bourbon riformulato indica "gently matured for eight seasons" ("maturato delicatamente per otto stagioni").
Il tribunale elenca una serie di reclami da parte dei consumatori che ritengono di essere stati ingannati nell'acquistare il prodotto riformulato sulla base dell'errata convinzione di acquistare ancora un bourbon invecchiato per otto anni.
La denuncia sostiene, inoltre, che il prezzo per l'Old Charter "8" è rimasto invariato anche a seguito della sua riformulazione.
Sulla base di questi fatti, i quattro ricorrenti hanno presentato ricorso sulla base degli statuti che regolano la pubblicità ingannevole e la concorrenza sleale in quattro stati (Florida, Missouri, New York e Carolina del Sud) e richiamando il Magnuson-Moss Warranty Act (lo statuto federale che disciplina le garanzie sui prodotti di consumo).
Come è tipico per questi casi, i tre convenuti (Buffalo Trace Distillery, Old Charter Distillery Co. e la casa madre Sazerac) hanno invece richiesto l'archiviazione del caso.
L'ordine della corte del 5 febbraio ha in parte accolto e ha in parte negato la mozione, ma la decisione complessiva rappresenta una vittoria per i denuncianti.
Il tribunale ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dalle aziende produttrici, spiegando che "La Corte non può stabilire in diritto ed in questa fase del contenzioso il fatto che l'imballaggio non sia ingannevole, in particolare alla luce delle affermazioni dei querelanti, che sostenevano che in precedenza l'Old Charter fosse invecchiato 8 anni".
Come molti altri tribunali in casi simili, la corte ha negato che l'approvazione delle etichette dell'Old Charter da parte dell' Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau ("TTB") fornisca una difesa "safe harbor" ai convenuti (si parla di situazione "safe harbor" quando l'azione di un soggetto è lecita in quanto espressamente autorizzata da un'autorità o da una norma).
Il tribunale ha poi negato ai convenuti l'archiviazione della richiesta di arricchimento senza giusta causa mossa dai denuncianti, spiegando (in un tono che dovrebbe preoccupare ai convenuti) che "sembra a questa Corte che sarebbe ingiusto permettere ai convenuti di ottenere un qualche beneficio monetario dagli acquisti dei ricorrenti se, in effetti, le etichette sono false o fuorvianti. "
Il tribunale ha accolto la richiesta di risarcimento dei ricorrenti, spiegando che l'etichetta potrebbe essere interpretata come una esplicita dichiarazione secondo cui il bourbon era invecchiato per otto anni.
Mentre con riferimento ad altri aspetti denunciati il parere del tribunale del 5 febbraio ha ridimensionato le richieste dei ricorrenti, la maggior parte delle rivendicazioni è stata invece autorizzata a procedere in giudizio.
Per tutto il parere, la corte ha attribuito grande importanza alla combinazione del riferimento al numero "8" sull'etichetta con la storia del prodotto, noto per essere un bourbon invecchiato per otto anni.
Presumibilmente, la corte ha considerato questa circostanza come la creazione di un'aspettativa da parte del consumatore che rendeva ragionevole la sua fiducia al riferimento "8".
Il caso ora procederà nella sua fase probatoria a meno che le parti non arrivino ad un accordo.
Visti il tempo e le spese del contenzioso e l'apparente simpatia mostrata dal tribunale nei confronti delle richieste dei ricorrenti, i convenuti dovranno prendere in seria considerazione una soluzione conciliativa della controversia.