La Cina è stata classificata come uno dei peggiori trasgressori delle norme di sicurezza alimentari al mondo.
Nel 2013, 3000 carcasse di maiale sono state viste galleggiare nel fiume Huangpu a Shanghai, una delle risorse chiave della città per l’acqua potabile.
Alcuni mesi dopo, la notizia che un gruppo criminale di Pechino stava vendendo carne di ratto e di volpe come agnello ha portato all’arresto di più di 900 persone.
I problemi sono continuati nel 2014, con la filiale cinese del fornitore americano di carne OSI Group, accusata di utilizzare carne scaduta.
"La sicurezza alimentare è sicuramente tra le prime preoccupazioni del popolo cinese", dice Wang Jing, attivista di Greenpeace in Cina.
In un sondaggio dello scorso anno, l'80% degli intervistati ha dichiarato di essere allarmato per la situazione della sicurezza alimentare in Cina.
Il sondaggio, che ha coinvolto 3.166 persone in 20 città, è stato condotto proprio a seguito di uno scandalo alimentare che riguarda della carne fornita a una catena di fast-food.
In aggiunta a questi scandali, è preoccupante anche il livello di inquinamento della Cina.
Fasce spesse di smog grigio coprono regolarmente molte città, mentre i fiumi e il suolo sono avvelenati dai metalli pesanti provenienti dall'industria.
Secondo i dati del governo, fino al 40% dei fiumi e il 20% dei terreni agricoli sarebbero inquinati.
Alimenti biologici e prodotti importati stanno quindi aumentando in popolarità e sono ormai considerati un'opzione più sicura rispetto ai tradizionali mercati, dove le verdure fresche, la carne ed il pesce vengono venduti.
In città come Pechino e Shanghai, il numero di negozi alimentari che vendono prodotti biologici è in crescita, e sono frequentati soprattutto dalla classe media cinese che ha un buon reddito ed è disposta a pagare un prezzo più alto per la qualità e per alimenti sicuri.
Un esempio di nuova agricoltura è fornita da Zhu Xun, direttore della fattoria di Pechino Noah Organic, che nella sua attività è stato ispirato proprio dai numerosi scandali sulla sicurezza alimentare.
La sua fattoria evita fertilizzanti e pesticidi per assicurare la massima sicurezza, affidandosi a metodi tradizionali, come allevare insetti per mangiare altri insetti e per proteggere i raccolti.
Per attrarre i consumatori della Cina continentale, attenti alle marche e scettici, Zhu ha deciso di utilizzare un sistema in cui i clienti possono prima visitare la fattoria per vedere la carne e i prodotti con i propri occhi.
Molti residenti di Pechino hanno talmente apprezzato questa apertura, che hanno deciso di ordinare direttamente alla fonte.
Questi prodotti senza chimica però non sono molto economici.
Una singola consegna di sei chili di verdure da Noah Organic costa 199 yuan, o 29 euro cinque volte il prezzo di un supermercato normale.
Con il potere di acquisto della classe media cinese in crescita grazie a salari più alti e a un tasso d’inflazione al consumo controllato, sempre più consumatori possono adesso concentrarsi sugli aspetti della salute e della dieta.
Tuttavia, il mercato non aperto alla maggior parte delle famiglie di medio-reddito.
Coloro che non possono permettersi i prezzi degli alimenti biologici o importati "non hanno molta scelta", dice Wang.