Così si è espresso il Ministro Martina: "Vogliamo introdurre l'obbligo di indicazione dell'origine del riso in etichetta. Lo chiediamo a livello europeo e, in accordo con il Ministro Calenda, siamo pronti a sperimentare questo strumento in Italia. Oltre l'80% dei cittadini che hanno partecipato alla nostra consultazione pubblica ci chiede informazioni chiare sulla provenienza di questo prodotto. Per rispondere alla crisi del riso che sta mettendo in difficoltà migliaia di agricoltori in tanti nostri territori chiediamo alla Commissione Ue di fermare le importazioni a dazio zero che hanno creato uno squilibrio di mercato evidente, peraltro senza generare effetti positivi per i piccoli produttori dei paesi asiatici dai quali importiamo. Chiediamo l'attivazione urgente della clausola di salvaguardia. Allo stesso tempo siamo pronti ad estendere anche al settore risicolo la sperimentazione dell'assicurazione agevolata salva ricavi, come fatto per il grano. Può essere uno strumento concreto di protezione del reddito a fronte di forte oscillazioni dei prezzi delle materie prime. Per sostenere il settore investiremo 2 milioni di euro sulla promozione delle qualità del riso".
Le misure previste sono le seguenti:
1) Etichettatura d'origine obbligatoria per il riso
Il provvedimento prevede che sull'etichetta del riso debbano essere indicati il Paese di coltivazione del riso e quello di trasformazione. Le indicazioni sull'origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.
2) Rinnovo richiesta attivazione della clausola di salvaguardia
Visto l'andamento dei prezzi del riso e l'aumento delle importazioni a dazio zero dai Paesi PMA (Paesi Meno Avanzati), il Ministero si è detto disposto a rinnovare la clausola di salvaguardia (prevista dal regolamento UE n. 978/2012); tale intenzione è stata già comunicata alla Commissione e al commissario Hogan.
Nella lettera al Commissario il Ministro evidenzia, come già fatto in occasione della riunione bilaterale con lo stesso Hogan a Verona, la necessità di attivare la clausola e di dare risposte concrete ai risicoltori europei e italiani in particolare. In particolare si sottolinea la necessità di una revisione del regolamento 978/2012 in modo da prevedere meccanismi più forti di tutela dei redditi dei produttori. Nelle more si chiede l'attivazione di contingenti quantitativi alle importazioni di riso a dazio zero dai PMA.
Il Ministro, per costruire un asse politico forte a sostegno della richiesta dell'attivazione della clausola, ha inviato una richiesta formale di sostegno a tutti i Paesi produttori: Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, Romania, Bulgaria. Nella comunicazione si fa riferimento alle richieste del "Primo forum del riso europeo", tenutosi a Milano il 20 febbraio 2017, dove tutti i rappresentanti dei Paesi hanno sostenuto l'iniziativa dell'Italia a difesa del settore e si sono impegnati, con uno sforzo comune, a rafforzare l'azione propositiva degli operatori della filiera dell'Unione.
3) Sperimentazione polizza ricavi per il settore risicolo
Un ulteriore sostegno ai produttore dovrebbe venire dalla stipula di polizze di assicurazione sui ricavi: un produttore agricolo di riso potrà sottoscrivere la polizza ricavo, pagando un premio alle assicurazioni che viene coperto per il 65% dall'agevolazione del Ministero.
Nel caso il ricavo scenda del 20% rispetto alla media triennale del ricavo per ettaro, l'agricoltore riceverà dalla compagnia assicurativa un indennizzo per la perdita di reddito.
4) Stanziamento di 2 milioni di euro per sostenere la promozione del settore del riso
Al fine di sostenere e promuovere la filiera risicola, è infine previsto lo stanziamento di 2 milioni di euro per campagne di comunicazione dedicate, da sviluppare in coordinamento con l'Ente risi: l'obiettivo è quello di contribuire ad una maggiore conoscenza delle caratteristiche del prodotto e a un rilancio dei consumi di riso, valorizzando il lavoro dei produttori agricoli.