L'esperto di Food Safety Chris Elliot ha stilato una lista dei prodotti più comuni a rischio di frode alimentare per il Guardian.
I prodotti sono i seguenti:
Chorizo
Il Chorizo è una specialità di insaccati di maiale spagnola, associata ad una ristretta zona di produzione e connessa a due I.G.P. riconosciute dall'Unione Europea (Chorizo de Cantimpalos e Chorizo Riojano), nonostante ciò, siccome è elevato il valore aggiunto di un prodotto che presenta questa denominazione, spesso viene utilizzata per prodotti di diversa origine o la sua provenienza viene indicata in maniera truffaldina.
Guacamole
La salsa Guacamole è una ricetta della tradizione messicana a base di avocado.
Il problema è che si tratta di un frutto costoso così molto spesso i produttori uniscono all'avocado altri frutti meno costosi (come mele o pere) senza indicarlo in etichetta.
Latte in polvere per neonati
Il latte in polvere per bambini è uno tra gli alimenti più costosi e, trattandosi di un alimento per infanti, massima è la ricerca di sicurezza ed affidabilità del prodotto e del produttore da parte del consumatore.
Per questo motivo per questo prodotto le frodi più frequenti avvengono nei mercati emergenti (ad es. Cina) dove numerose compagnie meno note richiamano marchi noti o si appropriano fraudolentemente di segni distintivi di ditte famose per vendere il proprio prodotto.
Origano
Il professor Elliot ed il suo team alla Queen's University di Belfast hanno rilevato un interessante fenomeno con le importazioni di origano nel Regno Unito nel 2015: nonostante vi fossero notizie di difficoltà nella produzione nei paesi di ogirine della spezia (India e Turchia), l'afflusso di origano nel mercato inglese risultava costante ed il prezzo non aveva subìto un rialzo.
I ricercatori hanno quindi esaminato 78 campioni delle principali marche di origano scoprendo che il 25% dei campioni non conteneva solamente origano, ma altre sostanze per il 30-70% del contenuto del prodotto.
Il motivo della falsificazione sta nel suo essere semplice e -relativamente- difficile da scoprire: il prodotto viene da stati in cui i controlli sono meno stringenti e ad un esame visivo ed olfattivo non si distingue dall'origano, grazie all'odore preponderante della spezia.
Cacao
Anche il cacao è un alimento costoso in purezza e a volte le aziende preferiscono unirlo a surrogati meno costosi (ad es. stearina, burro di karitè, burro di cocum, nocciolo di mango o olio di palma). In Europa il limite per l'utilizzo di surrogati del burro di cacao è del 5%, con l'obbligo di indicazione in etichetta, ma la soglia non viene sempre rispettata.
Un'altra frode diffusa è quella relativa all'origine dei prodotti, ovvero alle tecniche di coltivazione ed alle certificazioni di commercio equo e solidale.
Infine il rischio di truffa riguarda anche la vantata artigianalità del prodotto. Non sempre infatti un prodotto che viene venduto come artigianale o "fatto a mano" risponde a quello che ci si potrebbe aspettare. La Mast Brothers, società americana che ha fatto del suo vanto una produzione artigianale "dal chicco alla tavoletta", ha subito un duro colpo quando si è scoperto che parte della loro produzione derivava dall'acquisto di tavolette di cioccolato realizzate da altri produttori.
Olio d'oliva
É di pochi giorni fa la notizia che il Corpo forestale dello Stato ha sequestrato 7.000 tonnellate di olio d'oliva presentato come 100% italiano.
Anche in questo caso gli inversigatori del NAF (Nucleo Agroalimentare e Forestale) sono stati insospettiti dalla scarsa raccolta del 2014-2015, cui non ha fatto seguito un altrettanto significativa diminuzione della produzione.
Con un'innovativa tecnologia che permette il riconoscimento del DNA delle cultivar di olivo (il cd. cultivar è in agonomia la varietà/razza della pianta, che riassume un insieme di specifici caratteri morfologici, fisiologici, agronomici e merceologici di particolare interesse e trasmissibili con la propagazione) presenti nell’olio (analisi molecolare) il NAF ha escluso la provenienza italiana di numerosissime bottiglie, ottenute invece con la miscelazione di oli provenienti anche da Paesi extra Unione Europea come Siria, Turchia, Marocco e Tunisia.
Questi prodotti venivano venduti sul mercato italiano e internazionale con la dicitura (facoltativa) 100% made in italy / 100% italiano.
Le frodi nel settore discendono dal fatto che siamo disposti a pagare un prezzo elevato per l'olio d'oliva, un prezzo più elevato per l'olio di oliva extra vergine ed un prezzo ancora maggiore per l'extra vergine che proviene da una zona specifica. Questo sistema, unito alla carenza di controlli, specie all'estero, crea un ambiente fertile per le frodi alimentari.