Infatti una delle grandi difficoltà del nostro paese, con i suoi 12 milioni di ettari a bosco, è mantenere qualitativamente in salute le aree boschive, necessità che deve passare attraverso un’industria del legno competitiva e che sia in grado di contribuire al reddito delle popolazioni, specie montane.
La normativa contiene principi innovativi per facilitare ed incentivare la gestione di superfici forestali accorpate, anche quando i proprietari siano molti e le superfici unitarie piccole e piccolissime, come è tipico di certe zone alpine e in particolare pedemontane.
Dopo diciassette anni di assenza di una disciplina organica si interviene con la definizione di una Strategia forestale nazionale, ossia uno strumento di programmazione di durata ventennale di criteri minimi uniformi e sostenibili per le attività di gestione forestale, devolvendo alle singole Regioni il compito di declinarli nel locale, tenendo conto della ricchezza e varietà degli ecosistemi forestali.
Nel Testo Unico giunge una stretta sulla trasformazione di aree boscate in altre destinazione d'uso, mantenendo saldo il principio dell'obbligo di compensazione e ponendo attenzione alle norme definitorie, come per quella di bosco e delle aree assimilate a quella di bosco, allo scopo di garantire una valida applicazione delle norme statali.
Più specificamente, le direttrici lungo le quali si è mosso l’intervento normativo sono le seguenti:
- promuovere su tutto il territorio nazionale la tutela e la gestione attiva e razionale del bene bosco;
- rafforzare la funzione di coordinamento istituzionale svolta dallo Stato nei confronti delle Regioni e delle autonomie locali direttamente e indirettamente competenti sulla materia forestale;
- formulare chiari indirizzi nazionali di riferimento su programmazione, pianificazione, tutela e gestione attiva del patrimonio forestale nazionale;
- definire, di concerto con le Regioni e i ministeri competenti, i criteri normativi e operativi minimi e comuni per tutto il territorio nazionale su specifici temi;
- portare in ambito internazionale ed europeo un’unica posizione nazionale in materia forestale.
Il vice ministro alle politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero dichiara che "Oggi si conclude, con soddisfazione, un percorso impegnativo che ha coinvolto proficuamente tutta la filiera, sia con il tavolo nazionale filiera legno sia con incontri mirati sul territorio. La fase di ascolto ci ha permesso di raccogliere le istanze degli interlocutori e la legge sancisce un passaggio fondamentale e necessario. Da una visione museale del bosco puntiamo ad una gestione sostenibile, capace di garantire appieno le esigenze ambientali e le opportunità occupazionali delle comunità che vivono nelle aree interne. Abbiamo lavorato per mettere in campo tutti gli strumenti utili a ridare centralità alle politiche forestali e anche la costituenda Direzione Forestale di questo Ministero ne è un valido esempio. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato alacremente, con dedizione e competenza, per raggiungere questo risultato e sono certo che il prosieguo dell'iter del decreto sarà rapido e positivo".
Le novità sono certamente importanti, occorrerà monitorare la fase applicativa sperando che la nuova disciplina possa contribuire alla crescita della selvicoltura italiana e alla corretta gestione dei boschi.
Approfondimento scritto da: Dott. Edoardo Lorenzi - specializzato in diritto agroalimentare e ambientale, Foro di Vicenza